VALORE LAVORO PER UNA NUOVA STAGIONE ETICA E POLITICA

VALORE LAVORO PER UNA NUOVA STAGIONE ETICA E POLITICA
Di: Alessio Gramolati – Segretario Generale CGIL Toscana
Aldo Schiavone ha recentemente scritto di come la dimensione e la forza di questa crisi inedita non ridisegni solo il quadro economico e sociale, ma insieme politica e cultura del tempo che viviamo.
Aggiungo anche della sua dimensione etica.
Non vi è dubbio, infatti, che quanto accaduto trova origine anche in una profonda crisi morale nel rapporto tra impresa e cittadino. Perché è in quel perimetro che si è dato ideologicamente valore assoluto al denaro, esaltandolo da mezzo a fine e assumendolo come fattore pressoché unico nel ruolo di generatore di ricchezza. Tutto ciò ha marginalizzato il lavoro, il valore sociale d’impresa, ha prodotto la svalutazione dei saperi, dei talenti e delle conoscenze.
D’altra parte, se oggi milioni di cittadini di tutto il mondo si misurano con il proprio impoverimento, sia del risparmio accumulato, sia della propria capacità d’investimento, finanche della propria pensione, non lo devono all’avverarsi delle paure del nostro tempo.
Non sono stati impoveriti da quelle orde di diseredati che premono ai nostri confini e alle nostre coscienze, né tantomeno da un proletariato velleitario e riottoso ad ogni disegno riformista. Debbono il loro drastico impoverimento piuttosto ad amabili e colti banchieri, a splendidi e brillanti travet finanziari.
Il mondo deve la sua crisi ad un sistema di speculazione che ha prodotto un crack stimato fra i 600 e 700 trilioni di dollari. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza una caduta etica e morale del sistema.
Perché il sistema era consapevole di ciò che si andava preparando, non fosse altro per gli allarmi arrivati in casi come la Enron, piuttosto che Cirio e Parmalat. Non si è voluto vedere! Chi doveva controllare non ha controllato. Chi doveva regolare non ha regolato. In questo anche la politica ha le sue responsabilità.